Nella Polonia del 1949 Zula è giovane, bella, bionda ed ha una splendida voce. Mentre si esibisce in una compagnia di canto popolare incontra il pianista Wiktor e tra i due nasce un grande amore. Durante un concerto a Berlino Est lui decide di fuggire clandestinamente verso il libero ovest, ma lei non trova il coraggio di seguirlo. Si ritroveranno, anni dopo, sulla scena artistica della Parigi bohémienne, legati ad altri compagni ma ancora innamorati. Il richiamo irresistibile della passione li farà ritrovare e perdere più volte, ma tra loro ci sarà sempre un muro, una barriera, un ostacolo a impedirgli di vivere appieno il loro amore. Intenso melodramma del polacco Pawel Pawlikowski, lirico, struggente, altero, visivamente sontuoso e fieramente anti-spettacolare. E' il racconto intimistico di una grande e tormentata storia d'amore che si svolge in un arco di 15 anni al di là e al di qua della "cortina di ferro". Lo sfondo storico è quello della guerra fredda, con la Polonia uscita devastata dalla seconda guerra mondiale e schiacciata dall'oppressione tirannica del regime sovietico. E' un film di anime perse, inquiete ed errabonde, alla ricerca di un loro posto nel mondo e nella Storia. Ed è un film di divisioni e di separazioni: fisiche, ideologiche, politiche, sovrastrutture potenti e limitanti che contrastano (con un impari rapporto di forze) la scintilla "divina" che è nell'uomo: la musica, l'amore, l'arte, la capacità di sognare. Esteticamente prezioso ed austero nel suo formato 4:3 in bianco e nero, è un'opera dal fascino antico e ineluttabile, che risplende nella sua cupezza, ergendosi a classica parabola sul romanticismo, pur senza mai essere realmente romantico. Il regista lo ha dedicato ai suoi genitori, i cui nomi di battesimo sono gli stessi dei due protagonisti (Wiktor e Zuzanna), ed al loro amore difficile e sofferto. Almeno due le sequenze memorabili: la sala concerto vista nello specchio, con i due amanti a fuoco e gli altri sfocati, e la lunga notte parigina lungo la Senna. Tre candidature agli Oscar 2019, Prix de la mise en scène al Festival di Cannes per Pawlikowski e grande successo di critica internazionale.
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