venerdì 14 maggio 2021

Terminal (2018) di Vaughn Stein

Una notte oscura in una città senza nome. Alcuni misteriosi personaggi intrecciano i loro destini: due sicari assoldati da un boss del crimine, un insegnante malato terminale, uno strano addetto alle pulizie ed una femme fatale dalla doppia vita che agisce secondo un piano preciso in cui tutti sembrano coinvolti. Neo-noir d'atmosfera dell'esordiente Vaughn Stein, costruito su personaggi eccentrici, aspetto manierato, suggestioni conturbanti e ambientazioni decadenti tra luci al neon, interni colorati e capannoni post-industriali. Siamo nel territorio dei crime di Guy Ritchie con un'estetica da fumetto alla Sin City, ma con un utilizzo enfatizzato dei colori al posto del bianco e nero. Tutto ruota intorno al magnetismo erotico di Margot Robbie, interprete principale e produttrice di questo piccolo progetto di nicchia dalle ambizioni di cult post-moderno. Ma, a parte l'indiscutibile fascino della Robbie e la malia dello scenario, non c'è molto altro da salvare in questo film confuso, opaco, verboso e fin troppo schematico nelle sue svolte narrative. Tutto sa di già visto, i dialoghi sembrano pretestuosi all'allungamento del minutaggio e certe situazioni sono così fortemente caricate da sfociare nella macchietta grottesca. La Robbie è in costante over-acting (e over-looking) come se si trattasse di una parodia, ma invece il tono del film è fin troppo serioso. Insomma un vero disastro: un ultra-pulp lambiccato e tortuoso che cerca in tutti i modi di essere trendy e compiacere il gusto contemporaneo, ma tutto si riduce ad una esile storia di vendetta al femminile pompata con estrogeni per celare le magagne di sceneggiatura e la carenza di idee originali. Completano il cast Simon Pegg, Dexter Fletcher, Mike Myers e Max Irons.

Voto:
voto: 2/5

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