A Sam Dent, fredda cittadina della Columbia britannica, avviene un tragico incidente: uno scuolabus affonda nel ghiaccio e tutti i bambini a bordo muoiono, tranne l'autista (Dolores) e la giovane Nicole che rimane paralizzata. Un valente avvocato, Mitchell Stephens, arriva in paese per convincere i parenti a indentare causa contro i responsabili, per ottenere un congruo risarcimento, ma si scontra con una comunità chiusa, reticente ed ipocrita, in cui molti sembrano avere pregiudizi o segreti da nascondere. Sfumato dramma introspettivo in forma metaforica di Atom Egoyan, che ha anche sceneggiato il film, ispirandosi liberamente al romanzo omonimo di Russell Banks, a sua volta basato su un reale fatto di cronaca avvenuto in Texas nel 1980. Spostando l'azione nella splendida ambientazione della natura canadese (che è quasi un "personaggio" aggiunto dell'opera), l'autore tradisce spesso nella forma (ma non nella sostanza) la fonte letteraria d'origine, dando vita ad un film cerebrale ed estremo, una cupa favola densa di sottigliezze psicologiche e strutturata a mosaico, che affronta con sensibile fermezza temi strazianti quali l'elaborazione del lutto, il senso di colpa, i rapporti familiari torbidi e la convivenza con un trauma. E' un'opera matura e lucida nella sua progressione nel pathos, capace di unire abilmente i fili delle diverse sottotrame grazie a uno stile rarefatto che riesce a sbirciare dentro abissi di dolore, individuali e collettivi, con sguardo asciutto, senza effettismi. Grande prova del cast in cui svettano Ian Holm e Sarah Polley. Almeno due sequenze sono magistrali: l'incidente dell'autobus (pudicamente ripreso da lontano) e la bambina che fissa il coltello "fatale". Insignito del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes e doppiamente nominato agli Oscar 1998: miglior regia e migliore sceneggiatura (entrambe per Atom Egoyan). E' uno dei migliori film dell'autore, una perfetta sintesi della sua poetica, con una solida coesione di molti dei suoi temi caratteristici.
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