domenica 9 maggio 2021

Un uomo, una donna (Un homme et une femme, 1966) di Claude Lelouch

Due giovani vedovi si conoscono per caso nel collegio dove studiano i loro figli. Lei, Anne, vive ancora nell'ombra del ricordo del marito. Lui, Jean-Luc, è un ex pilota automobilistico che ha voglia di rifarsi una vita. I due iniziano ad uscire insieme, lui la corteggia con tenerezza e trasporto ma lei sembra bloccata, anche se non indifferente. Sarà un andirivieni di rincontri e separazioni, con l'ombra del defunto marito di lei che aleggia sulla coppia e sembra impedirne la felicità. Questo celeberrimo melodramma, ultra-patinato ed esteticamente accattivante, è il film più noto e di maggior successo di Claude Lelouch (uno dei padri putativi dei moderni videoclip musicali, che all'epoca si chiamavano scopitones). Girato con budget esiguo e in pochissimo tempo, ebbe un incredibile successo di pubblico e critica alla sua uscita, divenne un piccolo fenomeno sociale dell'anno 1966 e si aggiudicò messe di premi prestigiosi, tra cui la Palma d'Oro al Festival di Cannes e due Oscar: al miglior film straniero e alla sceneggiatura originale (per Claude Lelouch). E' indubbiamente un film furbo e sopravvalutato, una sorta di grande spot pubblicitario dei cliché sentimentali, un seducente fotoromanzo che arriva al cuore del pubblico attraverso immagini limpide, personaggi tranquillizzanti, retorica edificante, sensualità trattenuta ed una colonna sonora perfetta per l'occasione scritta da Francis Lai (autentico specialista di temi romantici di immediato impatto), che divenne un tormentone dell'epoca. Alcuni critici dissero, in maniera corretta, che il film ebbe la capacità di corteggiare gli spettatori usando le stesse "armi" che il personaggio di Jean-Luc utilizza con Anne. Ma va anche dato atto agli evidenti meriti del regista: la capacità di realizzare un prodotto indubbiamente vincente (e a suo modo emblematico per il genere romance) con pochissimi mezzi ma con molte idee (forte della sua esperienza lavorativa in ambiti pubblicitari e nei video musicali), l'utilizzo espressivo della camera a mano (poco usuale in quegli anni), l'estrema attenzione alla cura estetica della "patina" fotografica (un espediente che colpì moltissimo il pubblico di allora e influenzò successivamente anche il linguaggio formale di molte pubblicità televisive). E poi, non da ultime, la bravura degli attori principali, Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant (giusti e a loro agio nei rispettivi ruoli), e l'uso narrativo dei flashback in maniera semplice e di immediato appeal per lo spettatore. La celebre scena finale dell'automobile che insegue il treno divenne immediatamente una delle icone del cinema romantico, entrando nell'immaginario collettivo (specialmente in quello femminile). E' semplice (e anche legittimo) attaccare la ruffianeria di un prodotto artistico, ma ovviamente riuscire poi a realizzarne uno nella pratica (che piaccia anche a tanti), non è mai una cosa da poco. Il film ha avuto due seguiti, sempre diretti da Lelouch e sempre con gli stessi attori protagonisti: Un uomo, una donna oggi (1986) e I migliori anni della nostra vita (2019). Come si suol dire, usando un vecchio adagio un po' scolorito, "l'amore non ha età". O quasi.
 
Voto:
voto: 3,5/5

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