lunedì 21 marzo 2016

Ai confini della realtà (Twilight Zone: The Movie, 1983) di Joe Dante, Steven Spielberg, John Landis, George Miller

Quattro episodi “ai confini della realtà”: un razzista impenitente finisce vittima del suo stesso odio xenofobo, piombando in una dimensione parallela dove è lui il “diverso”. Gli anziani ospiti di una casa di riposo tornano bambini a causa di un gioco magico. Un bambino dotato di poteri soprannaturali imprigiona le persone a lui vicine in un mondo fantastico da lui stesso creato attraverso lo schermo televisivo. Durante un volo di linea un passeggero vede dal finestrino una creatura mostruosa attaccata all’ala dell’aereo, intenta a sabotare i motori, ma nessuno gli crede. Dall’omonima serie televisiva di culto degli anni ’60, quattro celebri registi hanno dato vita a quest’omaggio un po’ fuori tempo massimo, dirigendo un segmento a testa, di cui solo il primo è originale. Il primo episodio, “Time out” è diretto da Dante, il secondo, “Il gioco del bussolotto”, da Spielberg, il terzo, “Prigionieri di Anthony”, da Landis ed il quarto, “Terrore ad alta quota”, dall’australiano Miller. Pur nell’inevitabile mancanza di equilibrio delle pellicole a episodi, è un piacevole revival per nostalgici che potranno divertirsi a cogliere omaggi, similitudini e differenze con la serie tv originale. Gli effetti speciali sono di buon livello, le atmosfere anni ’80 hanno sempre il loro fascino e c’è anche un gustoso prologo horror con Dan Aykroyd, che farà felici i fans dell’originale. L’episodio migliore è quello di Miller, il peggiore quello di Spielberg. L’episodio di Landis è il più inquietante, mentre quello di Dante è il più beffardo. Il film è tristemente noto per un tragico incidente avvenuto durante le riprese, con un elicottero che precipitò sul set e costò la vita a tre persone, di cui due giovanissimi. Una delle vittime era l’attore Vic Morrow, padre della famosa attrice Jennifer Jason Leigh. La colonna sonora è di Jerry Goldsmith, per cui questo è uno dei rari film (sono in tutto quattro) in cui Steven Spielberg e John Williams non hanno lavorato insieme.

La frase:C'è una quinta dimensione oltre a quelle che l'uomo già conosce; è senza limiti come l'infinito e senza tempo come l'eternità; è la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere: è la regione dell'immaginazione, una regione che potrebbe trovarsi ai confini della realtà.

Voto:
voto: 3/5

Nessun commento:

Posta un commento