Quattro episodi “ai confini della
realtà”: un razzista impenitente finisce vittima del suo stesso odio xenofobo,
piombando in una dimensione parallela dove è lui il “diverso”. Gli anziani
ospiti di una casa di riposo tornano bambini a causa di un gioco magico. Un
bambino dotato di poteri soprannaturali imprigiona le persone a lui vicine in
un mondo fantastico da lui stesso creato attraverso lo schermo televisivo.
Durante un volo di linea un passeggero vede dal finestrino una creatura
mostruosa attaccata all’ala dell’aereo, intenta a sabotare i motori, ma nessuno
gli crede. Dall’omonima serie televisiva di culto degli anni ’60, quattro
celebri registi hanno dato vita a quest’omaggio un po’ fuori tempo massimo,
dirigendo un segmento a testa, di cui solo il primo è originale. Il primo
episodio, “Time out” è diretto da Dante, il secondo, “Il gioco del bussolotto”,
da Spielberg, il terzo, “Prigionieri di Anthony”, da Landis ed il quarto,
“Terrore ad alta quota”, dall’australiano Miller. Pur nell’inevitabile mancanza
di equilibrio delle pellicole a episodi, è un piacevole revival per nostalgici
che potranno divertirsi a cogliere omaggi, similitudini e differenze con la
serie tv originale. Gli effetti speciali sono di buon livello, le atmosfere
anni ’80 hanno sempre il loro fascino e c’è anche un gustoso prologo horror con
Dan Aykroyd, che farà felici i fans dell’originale. L’episodio migliore è
quello di Miller, il peggiore quello di Spielberg. L’episodio di Landis è il
più inquietante, mentre quello di Dante è il più beffardo. Il film è
tristemente noto per un tragico incidente avvenuto durante le riprese, con un
elicottero che precipitò sul set e costò la vita a tre persone, di cui due
giovanissimi. Una delle vittime era l’attore Vic Morrow, padre della famosa
attrice Jennifer Jason Leigh. La colonna sonora è di Jerry Goldsmith, per cui
questo è uno dei rari film (sono in tutto quattro) in cui Steven Spielberg e John
Williams non hanno lavorato insieme.
La frase: “C'è
una quinta dimensione oltre a quelle che l'uomo già conosce; è senza limiti
come l'infinito e senza tempo come l'eternità; è la regione intermedia tra la
luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro
dell'ignoto e le vette luminose del sapere: è la regione dell'immaginazione,
una regione che potrebbe trovarsi ai confini della realtà.”
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