giovedì 10 marzo 2016

Salvador (Salvador, 1986) di Oliver Stone

Richard Boyle, fotoreporter fallito, abbandona gli Stati Uniti per il Salvador, dove spera di trovare un “paradiso” esotico in cui godersi la vita. Ma si scontrerà presto con la tragica realtà di un paese sconvolto da una sanguinosa guerra civile, dove la vita umana non vale nulla e morte, violenze e soprusi sono all’ordine del giorno. Innamoratosi della bella Maria, una giovane donna con due figli a carico, cerca di fuggire con lei dall’inferno della guerra e riparare negli USA. Cupo dramma bellico di Oliver Stone, che affronta con crudo realismo ed aspro vigore il tema drammatico dei paesi del così detto “terzo mondo”, poveri, degradati, sfruttati e dilaniati da conflitti tribali, spesso con il benestare dei ricchi governi occidentali. Ispirato alla vera storia di Richard Boyle, cronista d’assalto che ha scritto la sceneggiatura insieme al regista, è un serrato apologo contro le “guerre dei poveri”, coinvolgente, scioccante, ideologicamente furioso, qua e là effettistico. L’autore, con la consueta enfasi scandalistica che lo contraddistingue, alterna lo sguardo pietoso nei confronti delle vittime innocenti ad un severo atto d’accusa nei confronti della politica estera americana di Ronald Reagan, che ha armato le forze reazionarie del Salvador e gli squadroni della morte del Maggiore Max, autori di violenze disumane contro gli oppositori comunisti del Fronte di Liberazione Nazionale (FMLN). L’intero film può essere letto come una vibrante invettiva contro la politica statunitense in America latina. Alla sua uscita ebbe un buon successo di pubblico e critica, specialmente fuori dal territorio americano, e rivelò al mondo la concitata vis polemica di Oliver Stone, costantemente impegnato nella denuncia di intrighi e soprusi da parte del potere. Le forsennate sequenze di guerriglia urbana sono girate con truce efficacia e con grande perizia tecnica, in un disperato “corpo a corpo” che, indubbiamente, riesce ad emozionare lo spettatore. Nel cast spiccano James Woods, impetuoso protagonista, e la sua “spalla” Jim Belushi, molto efficace anche in un ruolo drammatico. Il film ebbe due nomination agli Oscar (Woods e la sceneggiatura) ma non vinse nessun premio.

Voto:
voto: 3,5/5

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