giovedì 17 marzo 2016

Stati di allucinazione (Altered States, 1980) di Ken Russell

Eddie Jessup è un giovane scienziato ossessionato dagli stati primordiali da cui ha avuto origine la vita. Durante le sue innovative ricerche scopre che alcuni studenti, dopo essersi immersi da soli e al buio in vasche d’acqua salata, sono riusciti ad ottenere una momentanea sospensione sensoriale espandendo così le proprie percezioni e recuperandone altre primigenie ormai “dimenticate”. Per aumentare la portata del test, Eddie decide di sottoporsi all’esperimento dopo aver assunto droghe allucinogene per innescare su se stesso una regressione inconscia verso la memoria ancestrale, la scintilla che ha dato il via ad ogni cosa. Liberamente ispirato a un romanzo di Paddy Chayefsky, che però disconobbe il film litigando persino con il regista, questo dramma fantascientifico rappresenta il vertice stilistico del talento visionario di Ken Russell, per quanto concerne la capacità di inventare immagini di possente forza figurativa, spaziando liberamente dall’horror al mistico, dal metafisico al ripugnante, ma sotto l’alone costante di una furiosa genialità creativa. Non è il miglior film del regista inglese, ma è, probabilmente, quello più conosciuto e più “mainstream” (qui le virgolette sono obbligatorie). La vasca di deprivazione sensoriale, resa famosa dal film, è realmente esistente ed è stata oggetto di reali esperimenti scientifici sulle condizioni di isolamento umano da parte dello psichiatra americano John Lilly. Nella pellicola la vasca diventa una specie di incubatrice della mente, un utero artificiale in cui sospendere la coscienza, attivare percezioni extra sensoriali ed innescare viaggi allucinanti oltre il proprio io sensiente, alla scoperta di ciò che non può essere esplorato con la logica e con la scienza deterministica tradizionale. Ma più che un viaggio dell’uomo, quello dell’autore è essenzialmente un viaggio nell’uomo, perché egli è da sempre interessato all’universo interiore, alla psiche, alle pulsioni nascoste in cui identifica la genesi del male. Meno cattivo e meno urticante del solito, Russell allestisce in ogni caso un superbo spettacolo visivo, non sempre coerente e non sempre coeso, ma di certo difficile da dimenticare. Una menzione speciale va data agli effetti speciali, davvero straordinari, che hanno permesso di dare forma credibile e terrificante alla visione dell’autore. E’ stato il film d’esordio dell’attore William Hurt (nel ruolo del protagonista Jessup) e vi fa una breve apparizione anche una piccola Drew Barrymore, che aveva solamente 5 anni.

Voto:
voto: 3,5/5

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