martedì 15 marzo 2016

Swimming Pool (Swimming Pool, 2003) di François Ozon

Sarah Morton è una scrittrice inglese di romanzi gialli che, in cerca d’ispirazione per il suo prossimo lavoro, decide di trascorrere del tempo in un’isolata villa nella campagna francese, di proprietà del suo editore, John Bosload. Donna matura, rigida e conservatrice, farà la conoscenza dell’esplosiva Julie, la giovane figlia di Bosload, bella, sfacciata e sessualmente disinvolta. Nonostante le scintille iniziali Sarah risulta profondamente turbata dalla procace coinquilina e decide di ispirarsi a lei per il soggetto del suo nuovo libro. Ma ben presto l’atteggiamento spregiudicato di Julie coinvolgerà Sarah in un gioco pericoloso, con la tragedia dietro l’angolo. Thriller psicologico ad alta tensione erotica di Ozon, denso di citazioni cinefile e rimandi letterari, interamente costruito sul gioco ambiguo dei contrasti. Il contrasto tra arte e vita, ghiaccio e fuoco, sogno e realtà, frigidità e passione, Francia e Inghilterra. Il contrasto tra la sensualità sfiorita e repressa della sempre affascinante Charlotte Rampling (Sarah) e l’erotismo esuberante e spudorato di Ludivine Sagnier (Julie), nuova musa sexy del cinema francese. La piscina, che dà il titolo al film, è il luogo emblematico della narrazione, è quello dove avvengono tutte le scene fondamentali ed è il baricentro emotivo delle molte tensioni che nascono tra i personaggi. Tensioni psicologiche e sessuali, che strisciano sinuose a fior di pelle nel gioco conturbante che si stabilisce tra le due protagoniste, con evidenti richiami saffici e con vaghe suggestioni psicanalitiche sul tema dell’alter ego. La messa in scena è calda e intrigante, con una fotografia glamour dai colori vividi che esalta la rigogliosa vitalità della natura provenzale durante la bella stagione. L’autore si conferma pienamente a suo agio nella descrizione di un universo femminile e lascia campo libero alle due attrici principali, entrambe bravissime e credibili nei rispettivi ruoli. Puntando a sedurre lo spettatore con il suo meccanismo torbido, velato di sottile sadismo, Ozon fa scivolare lentamente il giallo nel mistery d’atmosfera, per poi giocarsi tutto nel finale a sorpresa, che ha il sapore acre di una beffa spiazzante ma non particolarmente originale. Da segnalare l’ammirevole coraggio interpretativo della Rampling, che si concede persino il lusso di un nudo integrale, agée ma per nulla indecente, come a voler rispondere alla più giovane Sagnier, che espone generosamente il suo bel corpo in quasi tutte le scene del film. In definitiva ci troviamo di fronte ad una pellicola interessante ma derivativa, consigliabile agli amanti del colpo di scena e dei thriller “ammiccanti”.

Voto:
voto: 3,5/5

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