mercoledì 30 marzo 2016

Denti (Teeth, 2007) di Mitchell Lichtenstein

Dawn è una liceale come tante altre, alle prese con i primi turbamenti adolescenziali e con l’ossessione della castità. Ma ben presto scopre un terribile segreto celato nella sua intimità: la ragazza possiede una vagina dentata, pronta a difendersi nel modo più cruento di fronte alle intrusioni sgradite. Vessata dal fratellastro erotomane, che la provoca continuamente con le sue volgari avances, Dawn decide di utilizzare il suo agghiacciante potere. Caustico teen movie, sospeso tra horror e black comedy, sul mito della vagina dentata, una leggenda urbana non priva di peso in un certo immaginario popolare femminile. In bilico costante tra tragico e grottesco, quest’opera trasversale, ricca di citazioni e di riferimenti colti, è una perfida metafora dell’ansia sessuale in un’epoca in cui tutto è permesso e l’assenza dei vecchi tabù ha dato il via ad un libertinaggio incontrollato, che rischia di rivelarsi “castrante” perché l’abuso ottunde il desiderio. Le scene splatter, ben distribuite e molto efficaci, faranno rabbrividire il pubblico maschile ma tutto viene opportunamente stemperato da una corrosiva ironia nera che colloca la pellicola in un alveo decisamente superiore al filmetto gore di bassa lega. Stimolante nella sua ammiccante spudoratezza, questo film indipendente si regge sull’ottima interpretazione della protagonista, la poco conosciuta Jess Weixler, che si dimostra perfetta e credibile in un ruolo ad alto rischio caricaturale. La sensazione che questo prodotto, passato in sordina nel nostro paese, sia qualcosa di più del banale horror goliardico per adolescenti è palese quanto fondata, eppure gli manca ancora quel pizzico di coraggio in più per dar vita ad un’opera ancora migliore. La sequenza finale tra Dawn e l’arzillo vecchietto è puro cult. Consigliabile ai maschietti “sporcaccioni” come terapia inibitoria.

Voto:
voto: 3/5

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