Tre storie di narcotraffico s’intrecciano
tra Stati Uniti e Messico: a Tijuana un poliziotto onesto, Javier Rodriguez,
impegnato nella lotta al flusso di droga che viaggia verso gli USA, viene
coinvolto, senza saperlo, nel cruento scontro tra due “cartelli” rivali. A San
Diego un grosso trafficante viene arrestato, in seguito alle accuse di un uomo
del suo clan, e la tenace moglie prende il suo posto, cercando di eliminare lo
spione, salvare il marito e tenere in piedi gli “affari” di famiglia. A Washington
il nuovo capo del dipartimento anti droga, Robert Wakefield, scopre che sua
figlia adolescente è tossicodipendente e dovrà fare i conti con il conflitto
tra il suo ruolo pubblico e i sentimenti privati. Potente thriller drammatico sullo
sporco mondo della droga, scritto egregiamente, impaginato in una sontuosa
confezione tecnica e ben recitato da un cast di stelle: Benicio del Toro, Michael
Douglas, Catherine Zeta-Jones, Don Cheadle, Dennis Quaid, Tomás Milián. Pur
nelle modalità glamour dell’estetica di Soderbergh (che qui adotta una
fotografia cromaticamente diversa in ciascuna delle tre storie), è una vibrante
opera di denuncia con una forte connotazione “di genere”, a cui la struttura
corale a segmenti incrociati conferisce forza, spessore e fascino. La battaglia
tra pubblico e privato, presente in tutte e tre le linee narrative, si concede,
nel finale, qualche accenno moralistico, ma l’ambiguità tematica, l’amarezza
della riflessione conclusiva e il disincanto della presa di coscienza che la
droga sia un cancro inestirpabile, perché vicina alle logiche del potere
economico, conferiscono al tutto un alto senso tragico, impeccabile dal punto
di vista dell’analisi sociale. Questo “docu-dramma” hollywoodiano ci parla di
una guerra disperata, sanguinosa, quotidiana, il cui esito, già segnato in
partenza, è contenuto nelle ciniche regole non scritte del capitalismo
occidentale, quelle stesse regole a cui, implicitamente, ci sottomettiamo per
mantenere il nostro modello di vita benestante. E’ il miglior film del regista
di Atlanta, ebbe ottimi riscontri di critica e pubblico e vinse quattro premi
Oscar: migliore regia (Soderbergh), miglior attore non protagonista (del Toro),
migliore sceneggiatura non originale e miglior montaggio.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento