Erin Brockovich è una donna tenace e
appariscente, con due matrimoni falliti alle spalle e tre figli da crescere.
Trova lavoro come segretaria in uno studio legale e si appassiona al caso di un
colosso industriale, la Pacific
and Gas Company, che ha avvelenato le falde acquifere di una cittadina con
depositi di cromo, provocando casi di tumore tra gli abitanti. Sfacciata e
risoluta, ma animata da un profondo senso di giustizia, Erin inizia una
difficile indagine che la porterà a pestare i piedi a gente potente. Con
l’aiuto del suo capo, un burbero avvocato dal cuore tenero, vincerà la
battaglia legale ottenendo ricchi indennizzi per i cittadini querelanti, la cui
salute è stata irrimediabilmente danneggiata dagli scriteriati scarichi
industriali della compagnia. Lieve dramma biografico con tocchi da commedia spiritosa,
ispirato alla vera storia di Erin Brockovich, che nel film appare in un cameo
come cameriera di un fast food. Confezionato in modo impeccabile e non esente
da malizia, è un film di denuncia che, sotto la patina dell’impegno civile,
nasconde la sua vera anima di prodotto hollywoodiano, cauto e ruffiano, cucito
addosso alla grande presenza scenica della sua protagonista, una Julia Roberts
intensa, sboccata e grintosa, premiata con l’Oscar alla miglior attrice per la
sua vistosa interpretazione. La sua caratterizzazione della Brockovich cerca
volutamente di allontanarsi dagli stereotipi dell’eroina perfetta: la sua Erin
è una donna volgare, luminosa, esuberante e kitsch, con un modo di vestire che
dà sempre l’impressione di essere “disponibile”. E’ un’energica “sgallettata” che,
per certi versi, ricorda la Cher
di Dietro
la maschera. Ma sotto la superficie laida nasconde un animo nobile, una
personalità onesta e coraggiosa che non accetta compromessi e non tollera le
ingiustizie. L’interpretazione della Roberts, sempre sopra le righe, viene
temperata da quella dell’ottimo Albert Finney, che le fa da efficace
contrappunto, a cui si aggiunge un Aaron Eckhart in versione “principe azzurro”
on the road. L’eccellente lavoro del cast è la vera forza della pellicola,
perché gli conferisce un’umanità gagliarda e vivace, smussandone le ridondanze
didascaliche. Più furbo che sincero, è un film di attori conforme alla
tradizione hollywoodiana, una pimpante legal
comedy travestita da cinema impegnato.
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