giovedì 24 marzo 2016

L'Angoscia (Angustia, 1987) di Bigas Luna

Linda e Patty vanno al cinema a vedere un film horror in cui un infermiere, ipnotizzato dalla madre oppressiva, uccide i suoi pazienti e cava loro gli occhi affinché lei li collezioni. Visibilmente turbata dalla visione, Patty si reca nella toilette e qui scopre un killer identico a quello del film che sta ammazzando la cassiera. Da questo momento in poi realtà e finzione si mescolano in un inestricabile gioco di scatole cinesi che metteranno a dura prova gli spettatori. Ma quali spettatori? Suggestiva incursione nell’horror di Bigas Luna, maestro del cinema erotico spagnolo, con quest’opera angosciante, come da titolo, unica nel suo genere e praticamente sconosciuta in Italia, ma che merita di certo la riscoperta. In un vertiginoso dedalo di specchi il regista catalano gioca abilmente con il metacinema, innescando un perfido straniamento nello spettatore, godibilissimo per gli amanti delle pellicole paradossali e cervellotiche. Non a caso, alla sua uscita spagnola, si utilizzò lo slogan pubblicitario che il film avesse il reale potere di ipnotizzare il pubblico, cosa che ha un suo discreto fondamento di verità. Senza svelare nulla sui trucchi della trama (perché sarebbe delittuoso) possiamo dire che i fans del cinema weird e del cinema horror “slasher” andranno a nozze con un’opera del genere e, probabilmente, grideranno (esagerando) al capolavoro. Tra omicidi efferati, sequenze stranianti e lo smarrimento indotto dalla particolare struttura narrativa, si procede, in una stimolante confusione, verso la “risoluzione” finale, in quest’originale pellicola che contiene anche parecchi spunti di riflessione sul concetto stesso di visione. Non a caso l'occhio è un elemento emblematicamente essenziale della storia. In casi del genere nasce sempre spontaneo il dubbio se il tutto non sia banalmente riconducibile ad un mero esercizio di stile. Evitando altisonanti paragoni fuori luogo, che i fans di questo film sono soliti fare, va riconosciuto che il regista riesce a costruire un meccanismo a incastro di alta precisione geometrica. Poi le suggestioni horror, i processi mentali d’identificazione e gli intrecci tra i piani narrativi, fanno il resto. Ovviamente non mancano le truculenze e i momenti kitsch, d’altra parte stiamo sempre parlando di Bigas Luna! Oscuro e spiazzante, eccentrico nell’accezione più positiva del termine, è uno dei migliori horror degli anni ’80. Un consiglio: non vi alzate prima della fine dei titoli di coda!

La frase:
Linda, questo è troppo. Non ce la faccio!
Ma smettila! E' solo un film!

Voto:
voto: 4/5

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