martedì 22 marzo 2016

Tootsie (Tootsie, 1982) di Sydney Pollack

Michael Dorsey è un attore di Broadway, talentuoso ma perennemente disoccupato per il suo carattere polemico. Disperato per l’assenza di lavoro si traveste da donna, inventandosi un alter ego, Dorothy Michaels, e riesce così ad ottenere la parte in un serial televisivo. Con il soprannome di “Tootsie” la sua Dorothy ottiene un grande successo e diventa la star della serie. Ma le cose iniziano a complicarsi quando la sempre più stretta amicizia tra Dorothy e la bella collega Julie si trasforma in qualcosa di diverso, perché Michael si sta innamorando perdutamente di lei. Dovrà così decidere se rivelare il suo inganno, per cercare di conquistare l’amore della ragazza, o se continuare a mentire per conservare il successo raggiunto. Brillante commedia degli inganni diretta con eleganza sopraffina dall’esperto Pollack e recitata divinamente da un cast di attori in stato di grazia. Straordinario mattatore Dustin Hoffman, nel doppio ruolo maschile e femminile, sempre credibile in un’interpretazione intensa e sensibile, specialmente quando veste i panni dell’attempata “Tootsie”. Deliziosa Jessica Lange, premiata con l’Oscar, e notevole anche Teri Garr nei panni dell’amica depressa di Michael. Sotto le pieghe di una commedia esilarante, che non disdegna i toni farseschi, si cela una lucida riflessione sulla difficoltà di essere attore e su come possa essere labile, in certi casi, il confine tra persona e personaggio. Quando Michael diventa Dorothy recita solo fino a un certo punto, perché, in buona parte, continua a essere Michael, dando voce al suo lato femminile tenuto perennemente nascosto. E sarà proprio abbracciando questo suo lato segreto che egli saprà migliorare come uomo, raggiungendo un equilibrio interiore che prima gli era ignoto. Ma Pollack riesce anche a inserire, tra i risvolti narrativi, una caustica critica al mondo della televisione, dipingendolo come falso, cinico e privo di riconoscenza. Nel finale, che ovviamente non sveliamo, il film assume i toni del dramma, pur senza perdere in coerenza narrativa rispetto al contesto generale. Fu un grande successo di pubblico e critica e si guadagnò ben dieci candidature agli Oscar del 1983, ma vinse solo il premio alla miglior attrice non protagonista per la Lange. E’ una delle commedie simbolo degli anni ’80.

Voto:
voto: 4/5

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