Le dure lotte politiche di Harvey Milk nella
San Francisco degli anni ’70. Milk, brillante assicuratore quarantenne,
omosessuale e con una naturale predisposizione all’eloquenza, lascia la sua tranquilla
vita newyorkese e parte per la
California, inseguendo un sogno politico per battersi in
favore dei diritti dei gay. Sarà il primo omosessuale dichiarato ad essere
eletto a una carica pubblica negli Stati Uniti, ma verrà poi brutalmente assassinato
dalla follia omofoba di un collega consigliere invidioso. Solido biopic
politico di Gus Van Sant, che non ha mai nascosto la propria omosessualità,
sulla figura del coraggioso Harvey Milk, che ha sacrificato la propria vita
nella battaglia alle discriminazioni omofobe in tempi in cui queste “crociate”
sociali non erano affatto di moda, anzi risultavano realmente pericolose.
Evitando accuratamente l’agiografia, l’autore abbraccia uno stile sobrio e un
registro classico, a metà strada tra il documento storico e il melodramma,
facendo confluire nel secondo la propria inevitabile passione rispetto al tema
trattato. Forte di una sceneggiatura eccellente e di un’intensa interpretazione
mimetica di Sean Penn, che porta in scena un Milk colmo di ardore senza mai
eccedere negli atteggiamenti da cliché, il film avanza inesorabile verso il
tragico finale annunciato, in cui il regista, abbandonando temporaneamente la
sua tipica asciuttezza narrativa, si concede una sequenza teatrale, con tanto
di sottofondo musicale pucciniano. E’ un’opera sensibile, ardente, orgogliosa, libertaria
e militante, ma anche più semplice e lineare rispetto agli standard del
regista. Infatti i suoi ammiratori più integralisti lo hanno accusato di scarso
coraggio e di aver abbracciato un tono “borghese” per arrivare al più vasto
pubblico possibile. Nel cast, oltre a Penn, vanno citati Emile Hirsch, Josh
Brolin, James Franco e Diego Luna, tutti bravissimi. Il film vinse due premi
Oscar su otto nomination: miglior protagonista a Sean Penn (che sconfisse a
sorpresa il favorito “wrestler” Mickey Rourke) e migliore sceneggiatura a Dustin
Lance Black.
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