Nel Giappone feudale dilaniato dalla
guerra civile, due contadini vengono reclutati da un samurai per scortare una
giovane principessa attraverso il territorio occupato dalle forze nemiche. I
quattro dovranno trasportare anche un prezioso carico d’oro, opportunamente
nascosto in un cumulo di rami secchi. Splendido dramma storico raccontato con
tono leggero, grazie a tocchi d’ironia grottesca, sotto forma di grande
avventura picaresca dai risvolti epici. Come una sottile fiaba itinerante,
ispirata al teatro kabuki, il film
procede in un crescendo di azione e di umorismo, parafrasando il romanzo
cavalleresco e le novelle eroicomiche di più bassa estrazione popolare.
L’inevitabile lieto fine assume il senso di un percorso iniziatico per la
principessa Yuki, passata da ragazzina capricciosa e ribelle alla vita reale di
corte, attraversando prima le diverse trappole della vita. Con un’estrema
attenzione a tutti i personaggi, Kurosawa delinea abilmente la psicologia del
generale interpretato dal fido Toshirô Mifune, analogamente a quella della
principessa o dei due contadini, donando a tutti il medesimo risalto. Tutta da
gustare la bella sequenza del duello tra Mifune e Susumu Fujita, che possiede
anche un forte valore simbolico. Infatti Fujita era l’attore d’azione dei primi
film del regista, poi sostituito proprio da Mifune. George Lucas ha sempre
dichiarato di essersi notevolmente ispirato a questo film nello scrivere la
sceneggiatura del primo Star
Wars.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento