Nella San Francisco degli anni ’80, Chris
Gardner è un volenteroso venditore di apparecchiature mediche, con un figlio
piccolo e una moglie insofferente. In perenne difficoltà economica perderà
tutto per una serie di sfortunate circostanze: lavoro, moglie e casa. Finisce
per strada come un barbone con l’amato Christopher a cui badare. Ma Chris è un
uomo molto intelligente e dotato di una tenacia fuori dal comune, e, nonostante
la sua difficile condizione da “homeless”, troverà il modo di entrare, come
tirocinante non pagato, in una prestigiosa società finanziaria. Utilizzando
ogni giorno il suo unico abito decente, arrabattandosi tra squallidi motel e
ricoveri per senza tetto, Chris punta ad arrivare alla fine dello stage per meritarsi
quell’unico posto in palio che lo farà diventare un broker di borsa. Il regista
Muccino abbandona l’Italia, le coppie nevrotiche e la borghesia alla deriva
esistenziale, per sbarcare negli USA con questo suo primo film americano, con
la star Will Smith attore protagonista. Cucendo addosso al suo attore un ruolo
“da Oscar” di grande effetto sentimentale, l’autore romano realizza un dramma
biografico romanzato, ispirato alla vita del vero Chris Gardner, che divenne un
ricco imprenditore del mondo finanziario dopo aver vissuto un terribile periodo
di indigenza, durante il quale fece anche il barbone. Il risultato è un’ingenua
elegia sul sogno americano, di cui però si tratteggia, superficialmente, solo
la retorica edificante, ignorandone il lato oscuro, la ruvida rapacità di un
paese inesorabile nella sua smania di arrivismo. Scegliendo la via più facile e
furba, Muccino procede per accumulo di situazioni tragiche, inanellando
un’interminabile sequela di scene madri a effetto, stucchevoli e lacrimevoli
fino allo sfinimento. Nel buon cast che annovera Will Smith, Jaden Smith e
Thandie Newton, svettano i due Smith (padre e figlio anche nella vita reale) grazie
ad un’intensa interpretazione. Il titolo del film cita una frase di Thomas
Jefferson scritta nella Dichiarazione d’Indipendenza americana. In lingua originale
il titolo contiene, volutamente, un errore di ortografia (la “y” al posto della
“i” nella parola “Happyness”), ispirandosi al graffito scritto sul muro della
scuola del piccolo Christopher. La pellicola ebbe un notevole successo negli
USA e Will Smith ricevette la sua seconda nomination all’Oscar come miglior
attore protagonista (il premio fu però vinto da Forest Whitaker per L'ultimo re di Scozia). Il vero Chris
Gardner fa un piccolo cameo nel film, quando incrocia per strada Will Smith e
lo guarda negli occhi. Il sogno americano sognato da un italiano sa tanto di banale
materialismo, per non parlare del tripudio di sdolcinata ruffianeria che
deborda dal rapporto padre-figlio. Gli amanti del lieto fine e della melassa
sentimentale ci andranno a nozze.
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