mercoledì 23 marzo 2016

La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness, 2006) di Gabriele Muccino

Nella San Francisco degli anni ’80, Chris Gardner è un volenteroso venditore di apparecchiature mediche, con un figlio piccolo e una moglie insofferente. In perenne difficoltà economica perderà tutto per una serie di sfortunate circostanze: lavoro, moglie e casa. Finisce per strada come un barbone con l’amato Christopher a cui badare. Ma Chris è un uomo molto intelligente e dotato di una tenacia fuori dal comune, e, nonostante la sua difficile condizione da “homeless”, troverà il modo di entrare, come tirocinante non pagato, in una prestigiosa società finanziaria. Utilizzando ogni giorno il suo unico abito decente, arrabattandosi tra squallidi motel e ricoveri per senza tetto, Chris punta ad arrivare alla fine dello stage per meritarsi quell’unico posto in palio che lo farà diventare un broker di borsa. Il regista Muccino abbandona l’Italia, le coppie nevrotiche e la borghesia alla deriva esistenziale, per sbarcare negli USA con questo suo primo film americano, con la star Will Smith attore protagonista. Cucendo addosso al suo attore un ruolo “da Oscar” di grande effetto sentimentale, l’autore romano realizza un dramma biografico romanzato, ispirato alla vita del vero Chris Gardner, che divenne un ricco imprenditore del mondo finanziario dopo aver vissuto un terribile periodo di indigenza, durante il quale fece anche il barbone. Il risultato è un’ingenua elegia sul sogno americano, di cui però si tratteggia, superficialmente, solo la retorica edificante, ignorandone il lato oscuro, la ruvida rapacità di un paese inesorabile nella sua smania di arrivismo. Scegliendo la via più facile e furba, Muccino procede per accumulo di situazioni tragiche, inanellando un’interminabile sequela di scene madri a effetto, stucchevoli e lacrimevoli fino allo sfinimento. Nel buon cast che annovera Will Smith, Jaden Smith e Thandie Newton, svettano i due Smith (padre e figlio anche nella vita reale) grazie ad un’intensa interpretazione. Il titolo del film cita una frase di Thomas Jefferson scritta nella Dichiarazione d’Indipendenza americana. In lingua originale il titolo contiene, volutamente, un errore di ortografia (la “y” al posto della “i” nella parola “Happyness”), ispirandosi al graffito scritto sul muro della scuola del piccolo Christopher. La pellicola ebbe un notevole successo negli USA e Will Smith ricevette la sua seconda nomination all’Oscar come miglior attore protagonista (il premio fu però vinto da Forest Whitaker per L'ultimo re di Scozia). Il vero Chris Gardner fa un piccolo cameo nel film, quando incrocia per strada Will Smith e lo guarda negli occhi. Il sogno americano sognato da un italiano sa tanto di banale materialismo, per non parlare del tripudio di sdolcinata ruffianeria che deborda dal rapporto padre-figlio. Gli amanti del lieto fine e della melassa sentimentale ci andranno a nozze.

Voto:
voto: 2,5/5

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