Vita
e amori del giovane muratore Metello Salani nella Firenze del primo ‘900.
Sentimentalmente irrequieto il nostro è innamorato di Viola ma finisce per
sposare Ersilia, la dolce figlia del suo capo cantiere, salvo poi tradirla con
la procace vicina di casa. Ma intanto Metello partecipa attivamente anche alle
battaglie dei lavoratori per ottenere più diritti ed un salario onorevole,
aderendo prima al movimento anarchico e poi agli ideali socialisti. Le dure
lotte politiche lo porteranno anche in galera in seguito agli scontri con la
polizia. Dal celebre romanzo omonimo di Vasco Pratolini, Bolognini ha tratto un
adattamento di stampo classico, assai rispettoso del testo ispiratore, illustrato
con preziosa dovizia di particolari, splendidamente fotografato e sontuoso
nella ricostruzione storico ambientale. Nei modi raffinati di un’oleografia
d’epoca, l’autore ricostruisce con efficacia la Firenze umbertina, con dei
personaggi generosi nella loro esuberanza vitale a cui i protagonisti, Massimo
Ranieri e Ottavia Piccolo, si donano anima e corpo. E se Ranieri è
sufficientemente espressivo (ma dovette essere doppiato per ottenere l’accento
fiorentino), la Piccolo
è addirittura sorprendente nella sua interpretazione e venne premiata come
miglior attrice al Festival di Cannes. Come affresco storico la pellicola è
notevole, come melodramma sentimentale è sufficientemente spigliato, risulta
invece lacunoso sotto l’aspetto politico, affrontato con troppa superficialità
e senza la dovuta analisi sociale. Belle e appassionate le musiche del maestro
Morricone.
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