Joanna è una stilista di successo,
impeccabile nell’aspetto e maniacale sul lavoro. Ma la notte si trasforma per
lasciare spazio alla sua identità segreta, diventando China Blue, una
prostituta lussuriosa che batte i marciapiedi delle più infime strade di Los
Angeles. Un prete perverso e psicotico cerca di redimerla ma i suoi metodi sono
poco ortodossi. Scioccante thriller erotico a tinte forti di Ken Russell che
intende rileggere, al femminile, il mito di Jekyll e Hyde con un surplus di crudezza che lo rende poco
adatto al pubblico sensibile. Come al solito il regista inglese abbonda in
sequenze disturbanti, immergendoci in un abisso di truce violenza, di squallore
morale e di sfacciato erotismo. Il secondo film americano di Russell è un’opera
estrema, che per certi versi anticipa il successivo Whore. E’ una pellicola underground,
notturna, lurida ed anarchica, nel suo costante ondeggiare tra naturalismo
estremo e pura exploitation.
Le cadute di gusto sono evidenti ed innegabili, ma, a tratti, i graffi
visionari del “bad boy” del cinema
inglese affiorano in sequenze di spericolata suggestione oscura. Tra voyeurismo
patinato ed eccessi lascivi la mano estrosa dell’autore si nota nella
fotografia vivida, nella caratterizzazione ammaliante del lato oscuro della
“città degli angeli”, negli inserti stranianti (la sovrapposizione tra i
disegni degli abiti e le icone esplicite e del kamasutra), nei momenti horror
(la bambola insanguinata), nell’iconoclasta furia visiva. Per molti fans del
regista è puro cult, per i detrattori è una morbosa fiera insopportabile di
sadomasochismo pornografico, ma la verità sta, più o meno, nel mezzo. Notevole
l’interpretazione di una conturbante Kathleen Turner, bomba sexy “generosa” e
disponibile come non mai, mentre Anthony Perkins, come sempre nei panni di un
personaggio mentalmente disturbato, appare un po’ arrugginito e macchiettistico.
Il film ebbe molti guai con la censura, accuse di pornografia e la consueta
trafila di pubblica indignazione a cui l’autore era abituato. La scena del
pugnale vibratore è rimasta in un certo immaginario distorto per gli amanti del
genere horror. Non è scorretto affermare che quest’opera radicale può essere
vista come la versione greve di Omicidio
a luci rosse di De Palma. Benpensanti e moralisti stiano alla larga.
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