Bill è un aspirante scrittore londinese
sempre a caccia di idee, che pedina le persone per strada per cercare di “entrare”
nelle loro vite, in modo da trarne ispirazioni letterarie. Si unisce al poco
raccomandabile Cobb, ladro professionista abituato a penetrare nell’identità
delle sue vittime per poterle poi rapinare in tranquillità, che gli insegnerà i
trucchi del mestiere. Dal loro rapporto nasceranno sviluppi pericolosi e tutto
precipiterà quando Bill s’invaghirà di una donna vittima del sordido “gioco”.
Film d’esordio, a basso budget e in bianco e nero, del promettente Christopher
Nolan, ben prima dei roboanti blockbuster
hollywoodiani a cui adesso ci ha abituato. E’ un intenso ed atipico noir dai
toni sperimentali, che sembra guardare al “Dogma” di Lars Von Trier per
l’utilizzo esasperato della camera a mano, che pedina gli attori offrendoci
costantemente la prospettiva di Bill. Nelle pieghe di un mistery contaminato da
spruzzi d’ironia nera, già si nasconde l’ossessione del regista per il tempo,
che qui si evidenzia nello strappo narrativo che spezza lo schema del racconto.
Torbido nelle atmosfere e teso nel ritmo, è una riflessione seminale sul tema
del voyeurismo, un meccanismo morboso del quale tutti siamo complici e che è
alla base dello stesso processo cinematografico. Il suo punto debole è
l’estrema prevedibilità della storia, nonostante il tentativo di movimentarla
con presunti colpi di scena. Alla sua uscita passò quasi inosservato ma è stato
poi riscoperto dopo lo straordinario successo del suo autore. Contiene alcuni
elementi “profetici”: un logo di Batman che compare sulla porta di un
appartamento ed il nome del ladro, Cobb, che è lo stesso del protagonista di Inception.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento