Le strampalate imprese dei fratelli Blues,
Jake e Elwood, che devono trovare cinquantamila dollari da dare al fisco per
impedire che l’orfanotrofio dove sono cresciuti venga chiuso. I due decidono di
rifondare la loro vecchia band e organizzare un concerto con cui guadagnare
l’ingente somma. Ma combineranno così tanti guai da finire inseguiti
dall’intero corpo di polizia di Chicago. Pellicola di culto degli anni ’80, che
vanta una vasta schiera di fans irriducibili. E’ una strepitosa commedia
musicale attraversata da un’energia anarchica furiosa e gioiosa, a tratti
geniale, una contagiosa baraonda di irriverenza e di follia grottesca. Scritta
dal regista insieme al coprotagonista Dan Aykroyd, porta la comicità demenziale
di Landis ai massimi livelli espressivi, figurativi e goliardici grazie alla
sua carica sfacciatamente ribelle. Indimenticabile la coppia di interpreti, Dan
Aykroyd ed il compianto John Belushi, che portano sul grande schermo, con
un’alchimia irripetibile, i due personaggi da loro stesso inventati ai tempi del
“Saturday Night Live”. Il look inconfondibile dei fratelli Blues (abito nero,
camicia bianca, cravatta stretta, cappello e occhiali da sole Ray-Ban Wayfarer)
entrò nell’immaginario collettivo (Tarantino lo ha chiaramente omaggiato nel
suo capolavoro Le
iene) e divenne un fenomeno di costume, una sorta di icona popolare
ancora oggi utilizzata. Assolutamente memorabili le musiche del film, con la
partecipazione straordinaria di mostri sacri come Ray Charles, James Brown, Cab
Calloway e Aretha Franklin, che lo rendono un inno assoluto alla musica blues americana
ed una pietra miliare nella storia delle pellicole musicali. Il film non
piacque alla critica alla sua uscita, ebbe un buon successo di pubblico (che si
è costantemente accresciuto nel tempo), ha influenzato la cultura popolare e
musicale degli anni ’80 ed è, a tutt’oggi, un’icona nostalgica per tanti
irriducibili ammiratori. Ha avuto un deludente seguito nel 1998, Blues Brothers: Il mito continua, sempre
diretto da Landis, con Dan Aykroyd e John Goodman. Gustoso cameo di Steven
Spielberg nei panni dell’impiegato dell’ufficio imposte che incassa l’assegno.
Alla sua uscita entrò nel Guinness dei primati per il maggior numero di
incidenti automobilistici in un film.
La frase: “Siamo
in missione per conto di Dio!”
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