Nel Wyoming di fine ‘800, Butch Cassidy e
Sundance Kid sono due ladri inafferrabili specializzati in rapine ai treni
portavalori. Braccati dagli uomini della Union Pacific, la compagnia più
bersagliata dai loro colpi, fuggono in Bolivia insieme alla maestrina Etta,
innamorata di Sundance. I due cercano di proseguire la loro attività criminosa
in Sud America ma dovranno fare i conti con l’esercito locale. Suggestiva
rilettura in chiave romantica dell’epopea del vecchio West, con un tono sospeso
tra l’ironico e il disilluso. Fiammeggiante nella confezione estetica e
sorretto dalla coppia di divi protagonisti, Paul Newman e Robert Redford (che
quattro anni dopo ritroveranno il regista nel capolavoro La
stangata), è un anti-western anarchico infarcito di elementi
grotteschi, di tocchi sofisticati e di echi post sessantottini, proteso nella
mitizzazione dei due famosi fuorilegge (realmente esistiti), ammantandoli di
benevola leggenda con un’operazione di smaccato romanticismo. L’autore sceglie
di edulcorare la realtà dei fatti, tratteggiando i due protagonisti come
simpatiche canaglie, spavalde e temerarie, dal fascino irresistibile,
evidenziandone il lato ribelle e l’animo indomito, fino a farne due martiri del
vivere pericolosamente. L’operazione, sicuramente discutibile dal punto di
vista storico, ebbe grande successo all’uscita del film, che riscosse consensi
unanimi, accese un certo immaginario popolare e vinse quattro premi Oscar
(sceneggiatura, fotografia, canzone e colonna sonora). Sopravvalutato e spesso
superficiale nei sui anacronismi forzati, è un film figlio della sua epoca,
facilmente accusabile di ingenuità dallo spettatore contemporaneo. La celebre
scena finale, pur nella sua enfasi retorica, è un momento particolarmente
riuscito, citata in molte opere successive e saldamente impressa nella memoria
degli amanti dell’eroismo ribelle. La famosa canzone “Raindrops Keeps Fallin'on My Heart”, legata indissolubilmente alla
pellicola, diverrà poi un tormentone.
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