La sensuale Lulú è attratta dal sesso fin
dall’adolescenza. Sarà il maturo Pablo ad iniziarla ai piaceri erotici e i due
finiranno per sposarsi. Ma la ricerca ossessiva di un erotismo sempre più
spinto li porterà in un vortice di perversioni via via più estreme, tra
sadomasochismo, amore di gruppo, rapporti con transessuali, incesto. Dal
romanzo scandaloso di Almudena Grandes, il maestro dell’erotismo spagnolo Bigas
Luna ha tratto un voluttuoso “fumettone” patinato, trasgressivo ma
sostanzialmente bugiardo, perché pretende di mostrare l’eros dal punto di vista
femminile, ma poi tutto si riduce ad un film per uomini soli. Pruriginoso nel
suo voyeurismo esibito, cerca di dare un colpo al cerchio e una alla botte limando
gli eccessi “a luci rosse” del romanzo, per abbracciare la fetta di pubblico
più larga possibile. L’evoluzione della protagonista verso lo sdoganamento del
tabù sessuale diventa un frenetico accumulo di situazioni spinte, in cui la
sensualità è praticamente assente e si rischia di scadere ben presto nella
noia. Il finale moralista è il colpo di grazia di un film deludente,
accompagnato da una fenomenologia scandalosa sicuramente esagerata e per nulla
consona al suo reale valore. L’attrice protagonista è Francesca Neri, che si dà
un gran da fare ma non riesce ad esprimere molto altro che le sue belle nudità
in un personaggio sicuramente non facile e, tra l’altro, scritto in maniera
monodimensionale.
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