sabato 19 marzo 2016

Philadelphia (Philadelphia, 1993) di Jonathan Demme

Andrew Beckett è un giovane avvocato di Philadelphia, impeccabile nel suo lavoro ma costretto a nascondere la propria omosessualità per timore dei pregiudizi della gente. Un giorno viene licenziato per incompetenza dal prestigioso studio legale in cui presta servizio, ma il vero motivo è che i suoi datori di lavoro hanno scoperto che Andrew è malato di AIDS. Per far valere i suoi diritti, il nostro si rivolge a un brillante penalista di colore, Joe Miller, che è inizialmente riluttante per evidenti motivi di omofobia. Ma, col tempo, il grintoso avvocato Miller cambia idea e s’imbarca in un’ardua battaglia legale in difesa dei diritti del suo assistito, la cui grave sindrome sta peggiorando a vista d’occhio. Dramma legale di forte impatto emotivo sul tema scottante dell’AIDS, dell’omosessualità e del pregiudizio sociale nei confronti dei “diversi”. Diretto con lucida sobrietà da Jonathan Demme, affronta la problematica gay con pudica pulizia e non risparmia una sentita indignazione contro le discriminazioni che la società puntualmente dispensa verso gli individui non omologati ai costumi maggioritari. Dal punto di vista etico è un film ineccepibile, non esente dalla furbizia che quasi sempre accompagna opere di questo tipo, ma fieramente impegnato nel suo sermone di tolleranza civile, che intende mettere sotto la lente d’ingrandimento le ingiustizie a danno dei più deboli. Forte di un’ottima sceneggiatura e con due interpreti straordinariamente efficaci come Tom Hanks e Denzel Washington, riesce a limare quasi del tutto l’enfasi sentimentale in favore di una garbata spontaneità. Forse il ritratto familiare dei Beckett è troppo idilliaco rispetto alle situazioni reali ma, a parte questo, il film ha tutte le carte in regole per ergersi ad arringa vibrante contro i preconcetti. Splendida la colonna sonora, che contiene brani di musica classica, le composizioni originali di Howard Shore e due splendide canzoni scritte per il film: “Streets of Philadelphia” di Bruce Springsteen (premiata con l’Oscar) e “Philadelphia” di Neil Young. L’altro premio Oscar vinto dalla pellicola andò a Tom Hanks (che per l’occasione dimagrì di ben dodici chili) come miglior attore protagonista. La scena della festa gay è una magistrale lezione di liberalità, mentre quella, famosissima, dell’Andrea Chenier cantato dalla Callas presenta qualche eccesso di sentimentalismo.

La frase: "D'accordo, mi spieghi tutto come se avessi due anni, ok?"

Voto:
voto: 4/5

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