Miriam è l’ultima sopravvissuta di
un’antica stirpe di vampiri risalente all’antico Egitto. Ha più di tremila anni
ed è costretta, ogni due o tre secoli, a cambiare compagno perché tutti i suoi
uomini, a un certo punto, perdono, inspiegabilmente, il dono dell’eterna giovinezza
ed invecchiano rapidamente fino al totale disfacimento fisico. Quando uno di
questi si rivolge alla brillante dottoressa Sarah Roberts per chiedere
aiuto, innesca una serie di eventi che culminerà con il fatale incontro tra
Miriam e la donna. Tra le due nascerà subito una bruciante passione e la vita
di Sarah non sarà più la stessa. Esordio cinematografico di Tony Scott,
fratello del più famoso Ridley, regista proveniente dal mondo della pubblicità
e prematuramente scomparso nel 2012. Tratto dal romanzo omonimo di Whitley
Strieber, è un horror vampiresco patinato, sensuale, pregno di atmosfere oscure
ed eleganti che ricalcano fedelmente l’estetica glamour degli anni ’80. Dal
punto di vista visivo il film ha un fascino notevole ed il cast stellare (Catherine
Deneuve,
David Bowie,
Susan Sarandon)
garantisce presenze sceniche carismatiche e conturbanti, perfette icone nei
rispettivi personaggi dark. Splendida la colonna sonora che mescola abilmente
sacro (Ravel, Schubert) e profano (il punk rock dei Bauhaus). Ne resteranno
l’ammaliante malia visiva, il mix di horror, esoterismo e sensualità ed alcune
notevoli sequenze come l’invecchiamento istantaneo del compianto David Bowie ed
il torrido incontro erotico tra la
Deneuve e la
Sarandon. Per il resto Scott junior evidenzia già le pecche
del suo cinema: narrazione superficiale, squilibrio tra forma e contenuto,
cadute di stile, propensione all’azione a discapito della psicologia dei
personaggi. Non è di certo un film essenziale ma, per alcuni nostalgici degli
anni ’80, è un piccolo cult. Il bizzarro titolo italiano meriterebbe la gogna o
l’alloro alla fantasia maliziosa. A voi la scelta.
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