1929, est degli Stati Uniti: mentre è in corso una sanguinosa guerra malavitosa per il controllo del contrabbando di alcolici tra un boss italiano, Johnny Caspar, e uno irlandese, Leo, questi scopre che il suo braccio destro e consigliere, Tom Reagan, ha una relazione con la sua donna, Vera. La faida tra bande rivali assume una nuova forma a causa dello scontro interno tra Leo e Tom e il sangue scorrerà a fiumi. Splendido gangster movie dalle atmosfere cupe dei fratelli Coen, basato sui romanzi di Dashiell Hammett "Piombo e sangue" e "La chiave di vetro", che ricostruisce, tra iperrealismo e citazioni a raffica, un potente affresco d'epoca, dominato da un tetro senso tragico, da suggestioni funeree e da una straordinaria galleria di personaggi ambigui, che sono tutti bastardi, truffatori o assassini. Nonostante le numerose scene di violenza, i toni sono raffreddati e pervasi da un'ironia grottesca che è quasi uno sfacciato atto di resa al cancro di corruzioni e connivenze tra mafia, politica, finanza e istituzioni deviate. Come a dire, con amaro disincanto: così è e non possiamo farci niente. Stilisticamente è un film sontuoso, in cui fotografia, musiche e messa in scena concorrono sinergicamente a tratteggiare un affresco di altissima coerenza estetica e di mirabile resa espressiva. Ma l'operazione concettuale operata dai Coen è ben più profonda e sottile di un elegante omaggio ad un genere nobile che ha già detto forse tutto dal punto di vista cinematografico. Contaminando il genere con il loro gusto dell'eccesso, con gli spruzzi grotteschi e con un'estetizzazione raffinata, i due fratelli ne demistificano la mitologia, attuando un'ardita operazione iconoclasta che ricorda molto quello che lo spaghetti western fece al western fordiano. E' un'opera impetuosa, barocca e palpitante, attraversata da un malinconico romanticismo nero tipico delle crime stories. Ottimo il cast con Gabriel Byrne, Marcia Gay Harden, John Turturro, Jon Polito, Albert Finney, Al Mancini, Steve Buscemi e Frances McDormand. Il crocevia di Miller a cui allude il titolo originale è il bosco dove avvengono le esecuzioni mafiose.
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