giovedì 1 giugno 2017

Vertigine (Laura, 1944) di Otto Preminger

L'ispettore di polizia Mark McPherson deve indagare sul cruento omicidio di Laura Hunt, bellissima direttrice pubblicitaria trovata con il volto sfigurato da colpi di pistola nel suo appartamento. Attraverso la lettura del diario di Laura, il poliziotto inizia a ricostruirne la vita e la personalità e, osservando il suo ritratto che campeggia nel salone della sua casa, se ne innamora, trasformando l’indagine in una morbosa ossessione personale. McPherson scopre che Laura era entrata nel mondo della pubblicità grazie all’aiuto del potente scrittore Waldo Lydecker, suo pigmalione perdutamente innamorato di lei, ma infiammato da incontrollabile gelosia dopo che la donna si è lasciata sedurre dal playboy Shelby Carpenter, che intratteneva relazioni anche con altre ragazze. Mentre l’ispettore inizia a sospettare di Lydecker, Laura ricompare viva e vegeta. A chi appartiene, dunque, il corpo di donna sfigurato trovato in casa sua ? Da un romanzo di Vera Caspary, Preminger ha tratto un memorabile capolavoro del cinema nero, diventato immediatamente di culto per le sue atmosfere torbide e conturbanti, per la decadenza morale, per la cinica crudeltà di fondo, per le striscianti suggestioni perverse (a cominciare dagli ammiccamenti necrofili) che ci immergono in un mondo onirico di cupa fascinazione iniqua. E’ un film teso e angosciante, scritto e recitato benissimo, diretto con sapiente rigore e lucidità di visione, sotto la cui sontuosa eleganza formale scorre il fuoco vivo di una passione ribollente che induce a desideri inconfessabili.  Straordinario l’intreccio narrativo, complesso ma sviluppato con perfetto patos e geometrica precisione dal grande demiurgo alla regia, capace di giocare abilmente con lo spettatore come il gatto col topo. E’ un film perfetto in cui ogni singolo dettaglio concorre alla formidabile resa finale: la fotografia ipnotica di Joseph LaShelle (premiata con l’Oscar), le musiche di David Raksin (indimenticabile il tema principale “Laura”), la granitica sceneggiatura di Dratler, Hoffenstein e Reinhardt, la regia asciutta di Preminger ed il cast in stato di grazia in cui svetta Gene Tierney, la cui magnetica bellezza fa quasi male e la rende un autentico sogno proibito dell’immaginario maschile di quegli anni. Al suo fianco Dana Andrews, Clifton Webb, Vincent Price e Judith Anderson, tutti molto bravi. L’intero film è costruito sulla tensione sessuale del desiderio che i diversi personaggi provano per Laura, magnifica femme fatale di seducente carisma erotico. Non molti sanno che il celebre personaggio di Laura Palmer della serie televisiva Twin Peaks di David Lynch deve il suo nome alla protagonista di Vertigine.

Voto:
voto: 5/5

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