Un docente di criminologia di mezza età, Richard Wanley, lontano dalla famiglia per motivi di lavoro, incontra una bellissima ragazza dopo averla a lungo ammirata raffigurata in un quadro affisso in una vetrina. Incredulo ma stuzzicato dalla situazione, l'uomo si lascia andare, facendosi sedurre dall'affascinante sconosciuta che lo invita nel suo appartamento. Ma il sogno si trasforma presto in un incubo quando l'amante di lei irrompe furioso nella casa e li trova insieme. Per difendersi dall'inattesa aggressione dello sconosciuto Wanley, accidentalmente, uccide l'uomo e si ritrova in un mare di guai. Formidabile noir di Lang dallo stile teso e ambiguo, tratto da un romanzo di J.H. Wallis. E' un film stringato ed angoscioso sulla tentazione, sulla colpa e sul
rimorso. Memorabile la sorpresa finale, criticata da alcuni a suo tempo ma, in fondo,
pienamente coerente con l’implacabile progressione da incubo del racconto e poi molto imitata da tanto cinema a venire. Il tema principale è quello del doppio, con tutte le relative implicazioni psicoanalitiche in termini di bene e male, Ego e Superego, innocenza e colpa, desiderio e sogno. Ad un certo livello il film può essere letto come un tortuoso percorso di conoscenza di sè in cui il protagonista ha "voluto" gettare uno sguardo dentro l'abisso dei suoi demoni interiori, riuscendo però a capire in tempo la morale. Nonostante appartenga al periodo americano di Lang è più che evidente la sua prossimità tematica, stilistica ed emotiva con i film tedeschi dell'autore.
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