venerdì 2 giugno 2017

La furia umana (White Heat, 1949) di Raoul Walsh

Cody Jarrett, feroce criminale senza scrupoli appartenente a una famiglia di gangster e psicologicamente succube della madre autoritaria, preferisce confessare una falsa rapina ad un motel per evitare la più pesante accusa di aver ucciso quattro uomini durante l'assalto ad un treno portavalori. In questo modo evita la sedia elettrica e viene condannato a tre anni di carcere durante i quali, al di fuori, succede di tutto: i suoi uomini tramano contro di lui e cercano di eliminarlo (senza riuscirvi), la sua donna, Verna, lo tradisce con un suo rivale e sua madre viene assassinata nella guerra per il controllo del contrabbando di alcolici (ma sotto c'è lo zampino di Verna). Pazzo di rabbia Cody evade dal carcere, riprende il controllo della sua banda ed avvia una sanguinosa strage di nemici. Ma a puntare troppo in altro si rischia, prima o poi, di cadere rovinosamente. L'occasionale incursione di Raoul Walsh nel noir gangsteristico ha dato vita ad uno dei film più famosi del genere, un forsennato dramma di enfatica violenza di grande potenza tragica, sostenuto da un ritmo furioso, da una messa in scena essenziale e da una recitazione aspra, senza alcuna attenzione alla contestualizzazione sociale. La forza trascinante dell'opera è tutta nella straordinaria interpretazione di James Cagney, che aggiunge alla sua lunga galleria di cattivi cinematografici il villain più intenso e memorabile della sua carriera: un nevrotico sanguinario ed epilettico, affetto da evidenti disturbi psichici e da un morboso complesso edipico. E proprio in questo sottile ritratto psicologico sta il senso di novità, ed il fascino oscuro, di questo film nero, funereo e crepuscolare, che consacra Cagney come il più grande "cattivo" del cinema americano, con una performance incredibilmente complessa e sfaccettata (indimenticabili i suoi scoppi di algida violenza, alternati a furiosi scatti d'ira immotivati o a momenti di tenera intimità) ed un finale che stinge nel grande poema tragico, consegnandogli l'immortalità che si deve ai personaggi del mito.

Voto:
voto: 4,5/5

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