giovedì 1 giugno 2017

La magnifica preda (River of no Return, 1954) di Otto Preminger

Nel periodo della corsa all’oro l’agricoltore Matt Carter, che vive da solo col figlio Mark, salva dalle acque di un fiume in piena un uomo e una donna. Il primo, Mark, si rivela un violento senza scrupoli che ruba fucile e cavallo al suo salvatore per andare a registrare la proprietà di una miniera vinta al gioco. La donna, May, turbata dalle azioni del suo compagno, decide di restare con l’onesto e leale Matt. Ma ben presto i due dovranno vedersela nuovamente con l’avventuriero, che non intende rinunciare alla donna. Western atipico, il primo e l’unico nella carriera del regista, con molta azione, un utilizzo epico del paesaggio (magnificato dal formato in Cinemascope) ed un’affilata esplorazione psicologica dei personaggi, con particolare attenzione a quello femminile (centrale all’intera vicenda) interpretato dal sogno erotico di tutti gli americani, la sensuale bomba erotica Marilyn Monroe, qui, pur ugualmente bellissima, in una inusuale versione trasandata con capelli lunghi, senza trucco e abiti comuni. Tra i tanti personaggi interpretati da Marilyn questo è uno dei più interessanti, complessi e tormentati, sebbene l’attrice abbia sempre dichiarato apertamente di detestarlo. Il cast è completato da Robert Mitchum, Rory Calhoun e Tommy Rettig, che gravitano intorno alla Monroe. Marilyn, oltre che recitare, canta anche diversi brani, tra cui la ballata “River of No Return” che dà il titolo al film, e durante le sue performance canore ha modo di liberare tutto il suo naturale fascino erotico. Complessivamente è un dignitoso western di iniziazione, con annesso un chiaro messaggio di catarsi finale, un po’ esile nello sviluppo narrativo ma non banale nel finale, che è ben più profondo di ciò che potrebbe apparire ad una visione superficiale. L’ingombrante presenza statuaria di Marilyn, che calamita inevitabilmente su di sè tutte le attenzioni lasciando il resto in ombra, è croce e delizia del film. La tirannia inconsapevole di una diva a sua volta vittima del suo mito.

Voto:
voto: 3,5/5

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