mercoledì 7 giugno 2017

L'arco (Hwal, 2005) di Kim Ki-Duk

Un vecchio pescatore porta una bambina di sei anni, rimasta orfana, a vivere con lui su un peschereccio che sta sempre in mare aperto. L'uomo ha intenzione di sposarla al compimento del suo diciassettesimo anno e intanto minaccia con un arco tutti coloro che vengono traghettati sulla sua barca e che osano corteggiare la ragazza, che cresce bella e forte. Lo strano rapporto entra in crisi quando la giovane si innamora di un ragazzo che la ricambia immediatamente. In questo ermetico dramma morale ricco di suggestioni metaforiche, Kim Ki-Duk torna ad esplorare uno dei suoi temi preferiti: un amore "malato" e possessivo tra un uomo sgradevole e una donna apparentemente succube, ma forse anche complice. Accostando arditamente contenuti scandalosi a simbolismi mistici, l'autore si compiace di ostentare il proprio stile tortuoso stuzzicando la curiosità dello spettatore sulla natura ambigua delle immagini. Ma bisogna fare attenzione a non cadere nella trappola di ostentazione snobistica secondo cui "strano è bello", perché il teorema potrebbe rivelarsi infondato. E' esattamente il caso di questo film visivamente notevole e ideologicamente intrigante, ma anche autocelebrativo e ripetitivo, un ripasso di temi e situazioni già espressi (meglio) in opere precedenti. La coerenza del regista con il suo stile inconfondibile è garantita ma la sensazione di déjà vu emerge prepotentemente, nonostante alcune invenzioni visive di pura genialità. Potrebbe però piacere molto agli amanti del cinema weird con allusioni sessuali che non conoscono i lavori migliori dell'autore.

Voto:
voto: 3,5/5

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