Nel
Giappone post bellico, tra città in rovina e strade devastate dai
bombardamenti, vive la giovane Fusako, prostituta e amante di un boss della
droga. Indurita nel cuore e nel fisico dall’asprezza della sua vita miserabile,
la donna vive in un limbo di inerte apatia, senza aspettative o rimorsi
particolari. Ma quando scopre che il suo uomo ha una relazione con sua sorella,
Fusako si risveglia dalla grigia indolenza esistenziale e ricomincia a provare
emozioni. Perchè anche soffrire significa essere ancora vivi dentro. Lucido e
impietoso ritratto antropologico sociale del suo paese sconquassato dalla
guerra e spezzato nel morale e nell’onore prima che nelle strutture e negli
edifici. E’ un’opera atipica e spiazzante nella filmografia di Mizoguchi, un
affresco potente intriso di un naturalismo feroce che ci rende partecipi di un
mondo squallido, sotterraneo, notturno, popolato da reietti disperati:
gangster, prostitute, malfattori, rotti a tutte le esperienze, intimamente
violenti per esigenza o per vocazione. L’autore tratteggia con lucido verismo
questo microcosmo di anime dannate, latori di un passato tormentato, spiriti
cinici assuefatti al male e mossi unicamente dalla flebile speranza di poter,
un giorno, cambiare vita. Splendida la fotografia opaca, bravissimi gli attori
(con una menzione speciale per la magnifica protagonista Kinuyo Tanaka) e
struggenti le atmosfere di potente intensità drammatica, con il climax emotivo nella terribile sequenza
finale che evoca suggestioni da tragedia greca. Abbandonando momentaneamente i
suoi meravigliosi ed eterei affreschi storici in costume, l’autore realizza un
film forte e importante sulla realtà contemporanea giapponese, ricorrendo
sempre alla guida privilegiata di una figura femminile, una geisha notturna intensa e dolente,
capace di conservare, a tratti, un’antica fierezza persino nella sua sordida
realtà di strada, tra soprusi e umiliazioni. Con quest’opera di grande impatto
emozionale anche Mizoguchi, come Kurosawa, ha sperimentato con successo la via
di un amaro “neorealismo” sociale, probabilmente influenzato dal grande
successo mondiale di quello italiano di Rossellini, Visconti e De Sica.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento