Tre agenti russi mandati in missione a Parigi per vendere dei gioielli si fanno ammaliare dalla bella vita della capitale francese e dai modi affabili del conte Leon, un abilissimo avvocato che patrocina la causa della controparte (la granduchessa Swana, vera proprietaria delle pietre preziose, che le sono state rubate durante la Rivoluzione di Ottobre). Per sistemare rapidamente le cose il governo di Mosca invia in Francia il suo miglior agente, l'inflessibile Ninotchka, che non ha mai fallito una missione. Ma persino l'incorruttibile ufficiale comunista tutta d'un pezzo dovrà arrendersi al fascino di Leon e la sua corazza di bellicosa intransigenza si scioglierà sotto l'effetto galeotto dell'amore. Brillante commedia romantica di Lubitsch, scritta egregiamente da Charles Brackett, Billy Wilder e Walter Reisch e pervasa da un'ironia dissacrante e irresistibile che mette sulla graticola il comunismo e lo stalinismo, senza risparmiare gli abusi del capitalismo e quel fanatismo ideologico che impedisce di vivere serenamente la propria vita in nome della carriera. Geniale la scelta di far interpretare alla "divina" Greta Garbo, da sempre associata ad un'immagine austera e impeccabile, un personaggio "comico", ovvero ben più leggero di quelli dei suoi film precedenti. Non a caso, per incorniciare l'importanza e la novità del momento, il celebre slogan di lancio del film fu "Garbo laughs!" ("La Garbo ride!"), cosa che puntualmente avviene nella memorabile sequenza del ristorante tra Ninotchka e Leon. Invero il grosso del lavoro comico è affidato ai tre agenti ma vedere la "divina" ridere a crepapelle fu già un grosso scoop cinematografico per il pubblico. Il film ebbe grande successo, consolidò il talento pungente e raffinato di Lubitsch e si meritò 4 nomination agli Oscar: film, sceneggiatura, soggetto, Greta Garbo. Ha anche avuto un frivolo remake musicale: La bella di Mosca (1957) di Rouben Mamoulian con Fred Astaire e Cyd Charisse.
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