sabato 3 giugno 2017

Osterman Weekend (The Osterman Weekend, 1983) di Sam Peckinpah

John Tanner, celebre giornalista televisivo, viene reclutato da un ambiguo agente della Cia, Lawrence Fassett, per riuscire a smascherare un'organizzazione di spie russe chiamata Omega, di cui sembrano far parte anche tre suoi amici. Tanner ospita i tre, insieme alle rispettive mogli, nella sua villa in campagna durante un weekend, con lo scopo di spingere almeno uno di loro a cambiare bandiera, in cambio della totale esclusiva sullo scoop giornalistico. Ma non tutto è come appare e il losco Fassett, che in realtà intende vendicarsi di un suo superiore, ha preparato un piano diabolico in cui tutti devono diffidare di tutti. L’ultimo film di Peckinpah rispecchia probabilmente lo stato allucinatorio in cui versava l’autore, anche se molta della confusione narrativa proviene dal romanzo di origine di Ludlum. Osterman Weekend è un film di spionaggio talmente farraginoso che si stenta a seguirne l’andamento, eppure colpisce per il suo progressivo immergersi in una sorta di incubo audiovisivo, nel quale regnano la paranoia ed un'angoscia diffusa, di stampo quasi kafkiano. Tutti sono spiati da telecamere e la mancanza di possibilità di sfuggirvi diventa una condizione esistenziale, con risvolti addirittura metafisici, secondo un'ossessione del cinema americano dell’epoca, a partire da La conversazione di Coppola (1972) e Rapina record a New York di Lumet (anch’esso del ’72). Nonostante gli ingorghi narrativi nel complesso meccanismo a scatole cinesi, emerge chiara e potente la visione cinicamente disillusa del regista nei confronti della società moderna, manipolata dai mass media, dai poteri occulti (impietoso l'attacco di Peckinpah alla CIA e alla sua azione senza controllo) e dal voyeurismo di un pubblico inerte, obnubilato dalla civiltà dello spettacolo selvaggio e sempre alla ricerca costante di nuove emozioni forti per saziare la propria morbosità. Lo spirito anarchico dell'autore emerge prepotente per tracciare un ultimo amarissimo (e profetico) apologo sul confine tra verità e menzogna, fiction e realtà, spione e spiato.

Voto:
voto: 3,5/5

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