mercoledì 2 marzo 2016

Femme Fatale (Femme Fatale, 2002) di Brian De Palma

Una ladra bella e misteriosa esegue un colpo rocambolesco al Festival del Cinema di Cannes: seduce un’attrice nel backstage e le ruba un corpetto d’oro, a forma di serpente, tempestato di diamanti. Ma le foto scattate da un paparazzo mettono nei guai la donna, riportando sulle sue tracce dei vecchi complici che sono stati truffati dalla femme fatale. Braccata dai gangsters, la ragazza in fuga coinvolge anche il fotografo nella pericolosa vicenda. Ambiguo thriller citazionista di De Palma, che omaggia non solo il solito Hitchcock ma anche la sua carriera passata, è un film patinato, onirico, conturbante per la sua carica erotica, ma algido nella messa in scena. Esattamente come il corpo statuario della sua protagonista, Rebecca Romijn, la pellicola emana una sensualità glaciale, distante, altera. Come al solito il talento stilistico del regista è innegabile e lo si può ammirare in numerose sequenze visivamente fulminanti, magistrali frammenti virtuosistici che galleggiano in un universo narrativo intellegibile, sfuggente e non sempre coerente. Tra Lynch e Antonioni, De Palma effettua il suo personale omaggio al vecchio noir francese, alla figura della dark lady di cui è da sempre innamorato, mettendo in scena una sorta di Eva Kant sinuosa ed elusiva, seducente e fragile, pericolosa e misteriosa, ma la sensazione è che l’interpretazione della Romijn non le renda mai piena giustizia. Lo stesso Antonio Banderas, nei panni del fotografo ficcanaso, appare svagato e mai realmente in parte, mentre non si può non elogiare la stupenda Rie Rasmussen, la cui camminata rimane impressa nella memoria insieme allo straordinario incipit del film. De Palma sembra ormai limitarsi all’oleografia di sé stesso, attraverso esercizi di stile ad evidente sospetto di manierismo autoreferenziale, indubbiamente splendidi, ma fini a se stessi, che non bastano a sollevare le sorti di un’opera fragile, sbilanciata, sicuramente non all’altezza delle sue migliori.

Voto:
voto: 3/5

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