lunedì 7 marzo 2016

Il monello (The Kid, 1921) di Charlie Chaplin

Una giovane ragazza madre, con ambizioni nel mondo dello spettacolo, abbandona il figlio appena nato perché non gli sia d’impaccio. Charlot lo trova e lo prende con sé, facendolo crescere ed evitandogli così l’orfanotrofio. Per aiutare il suo benefattore, che di professione fa il vetraio, il piccolo “monello” rompe i vetri altrui con i sassi. Ma un giorno riappare la madre, diventata ricca e famosa, che vuol riprendere il figlio con sé. Capolavoro del cinema muto e primo lungometraggio di Chaplin, in buona parte autobiografico visto che il grande regista si è ispirato alla sua tormentata e povera infanzia negli “slums” londinesi. Ha fatto epoca ed è rimasto scolpito nel cuore del pubblico per la sua delicata miscela di comico e tragico, poesia e tenerezza, grottesco e commozione. Il piccolo, tenerissimo, Jackie Coogan (che poi diventerà lo zio Fester della famiglia Addams) fa a gara con il mattatore Charlot/Chaplin per la palma del più bravo nel conquistare l’empatia dello spettatore. Finisce in pareggio. Questa lieve favola, ancora oggi moderna, non ha perso la sua sincera capacità di emozionare, di far ridere e piangere, toccando le corde più profonde dei sentimenti. Da questo film in poi l’autore inglese utilizzerà lo sguardo del “vagabondo” Charlot per esprimere il suo punto di vista, critico, sul mondo, accostando le celebri gag comiche ad una serie di profonde riflessioni polemiche sulla società del suo tempo. I graffi caustici contro la polizia, gli istituti di accoglienza per bimbi abbandonati ed il cinismo di certe donne “in carriera” sono evidentissimi. Chaplin rieditò la pellicola nel 1971 eliminando tre scene con la madre (interpretata da Edna Purviance) ed aggiungendo delle musiche da lui stesso composte per l’occasione. Almeno due sequenze sono da antologia: il sogno “paradisiaco” e Charlot che salva il “monello” dagli uomini dell’orfanotrofio. La didascalia con cui si apre il film (“Un film con un sorriso, forse, una lacrima”) lo rappresenta alla perfezione, oggi come allora.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento