Nolan,
capitano irlandese senza scrupoli, vuol catturare un’orca marina per riscattare
la sua barca con i soldi ricavati dalla vendita. Ma qualcosa va storto e l’uomo
provoca la morte di un esemplare femmina, incinta, sotto gli occhi del maschio.
Il cetaceo inizia a perseguitarlo, uccidendo le persone a lui vicine e
provocando danni enormi nel porto cittadino, in modo da costringere Nolan ad
uscire in mare per sfidarlo. La lunga caccia spingerà la barca di Nolan fino ai
ghiacci polari, ma l’animale sembra possedere una diabolica malizia nel
perseguire la sua vendetta. Spettacolare quanto inverosimile film d’avventura
marina, fortemente voluto dal produttore Dino De Laurentiis per sfruttare
l’onda lunga del successo mondiale de Lo
squalo, sperando di bissarne, almeno in parte, le fortune. Come clone
del film di Spielberg è pretenzioso, debole ed inutile, infatti alla sua uscita
ebbe scarso successo commerciale. Il suo limite maggiore, al di là della
mancanza di originalità, risiede nella grossolana commistione tra messaggio
ecologista e tensione “horror” tipica delle pellicole sugli animali assassini.
Ma, stavolta, il punto di vista è invertito e si finisce per parteggiare per la
bestia piuttosto che per l’uomo. Negli anni il film ha avuto un discreto
recupero rivalutativo da parte degli appassionati del filone, al punto che non
fa più specie enumerarne gli aspetti positivi, che pure sono presenti: la buona
interpretazione di Richard Harris (nel cast, insieme a lui, ci sono anche Charlotte
Rampling, Bo Derek, Will Sampson e Robert Carradine), le avvincenti scene
finali sui ghiacci e le suggestive musiche di Ennio Morricone, probabilmente la
miglior cosa di questa coproduzione italoamericana.
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