martedì 8 marzo 2016

Luci della ribalta (Limelight, 1952) di Charlie Chaplin

Nella Londra del primo ‘900 un vecchio clown, Calvero, ormai caduto nell’oblio e dedito all’alcolismo, salva la giovane ballerina Terry da un tentato suicidio. Tra il vecchio e la ragazza, orfana e duramente provata da una vita piena di sofferenze, nasce un tenero rapporto di amore platonico, grazie al quale lei riesce a trovare la forza per andare avanti, raggiungendo uno straordinario successo nella sua carriera artistica. Invece Calvero, malinconico e rassegnato, cerca invano di ritornare a quelle scene in cui, un tempo, riusciva a regalare risate al pubblico grazie al suo talento comico. Terry decide allora di ricambiare il favore ed offre all’uomo uno spazio durante il suo spettacolo teatrale. Calvero, rinfrancato, accetta e si produce in un numero esilarante insieme alla sua vecchia “spalla” comica. Il pubblico applaude entusiasta ma la morte è in agguato. Ultimo film di Chaplin girato negli Stati Uniti (nello stesso anno il grande regista attore fu costretto a “fuggire” in Inghilterra per i suoi problemi con il maccartismo) e ultimo capolavoro di una carriera straordinaria, che ha lasciato un’impronta indelebile nella Storia della settima arte. E’ un possente dramma malinconico che riflette amaramente sulla fine: la fine della carriera, la fine delle illusioni, la fine della vita. Le due forze contrastanti del film, l’ottimismo romantico della giovane ballerina e la struggente amarezza del vecchio clown, si fondono in un commovente mélange di poesia e sentimento che, tra lacrime e sorrisi, sa di testamento spirituale, di commiato artistico, con evidenti rimandi autobiografici. C’è chi gli ha contestato qualche passaggio melodrammatico di troppo, ma l’intensa carica emozionale dell’opera è innegabile e sinceramente travolgente. Chaplin tira le somme del suo percorso artistico ed umano con questo film fenomenale, in cui ci regala sprazzi e momenti memorabili della sua arte: la celeberrima struggente colonna sonora da lui stesso scritta e premiata con un Oscar “retroattivo” (per molti la più bella mai composta nel campo della musica da film), un’ardente interpretazione attoriale nei panni di Calvero che è rimasta nel cuore del pubblico ed un favoloso omaggio al grande Buster Keaton (suo eterno e più sfortunato “rivale” artistico), a cui ha offerto il breve ruolo della “spalla” comica, in cui Keaton conferma il suo immenso talento mimico, riuscendo a rubargli la scena per diversi minuti. L’esilarante sketch musicale con Chaplin e Keaton insieme sul palco è un momento leggendario, un prezioso regalo del grande autore inglese alla Storia del Cinema. Da menzionare anche la perfetta interpretazione di Claire Bloom, che rivelò così al mondo il suo talento, nel ruolo della ballerina Terry. Il film uscì in America dopo vent’anni, quando decaddero definitivamente i pregiudizi per le accuse di comunismo al suo autore, e venne premiato, in colpevole ritardo, con l’Oscar alla miglior colonna sonora (composta dallo stesso Chaplin) nel 1972. Le luci della ribalta, prima o poi, si spengono per tutti, ma le autentiche emozioni rimangono per sempre e basta riascoltare poche note del suo celeberrimo tema musicale per riaccenderle di colpo.

Voto:
voto: 5/5

Nessun commento:

Posta un commento