venerdì 4 marzo 2016

Metti, una sera a cena (Metti, una sera a cena, 1969) di Giuseppe Patroni Griffi

Trasgressioni proibite di una borghesia viziata, pusillanime e perennemente annoiata. Lo scrittore Michele è sposato con la procace Lisa, che lo tradisce con un attore, Max. Non pago dei giochi erotici, il libidinoso Max le procura un amante a pagamento, Ric, e tra i due sembra nascere un reale sentimento. Ma, ben presto, la noia prende di nuovo il sopravvento ed il gioco di lussuria ricomincia da capo. Patroni Griffi porta al cinema la sua omonima pièce teatrale con questo dramma erotico che intende rappresentare il vuoto interiore e la disperazione esistenziale delle classi agiate negli anni post boom economico. Il sesso trasgressivo diventa il mezzo per sconfiggere il tedio quotidiano, la risposta istintiva a quel male di vivere che affligge un’umanità capricciosa, malata di edonismo compulsivo, ma diventa solo l’ennesimo vezzo in questa triste fiera del vacuo e del falso. La messa in scena “salottiera”,  egregiamente resa dalla fotografia patinata di Tonino Delli Colli, non riesce a conferire la giusta densità drammatica all’opera ed i personaggi appaiono inerti, eterei, squallidi fantasmi di un mondo illusorio, le cui acrobazie amorose sono più patetiche che realmente scandalose. Eppure il cast è notevole (Florinda Bolkan, Tony Musante, Jean-Louis Trintignant, Annie Girardot, Lino Capolicchio) e tutti recitano egregiamente, ma il problema maggiore risiede nel “manico” ovvero in una sceneggiatura cinematografica non trasposta con il medesimo patos dell’originale teatrale. Siamo dalle parti di un affresco glamour scintillante ma abulico, prigioniero del suo stesso estetismo di facciata. Da ricordare la celeberrima colonna sonora di Ennio Morricone, un’accattivante bossa nova con sequenza ascendente di tre note, ripetute in maniera ossessiva. Un tema musicale avvolgente che è rimasto nella memoria, sopravvivendo al film stesso. La pellicola fu comunque un grande successo di pubblico, soprattutto per la sua fama scandalosa.

Voto:
voto: 3/5

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