L’arcivescovo
di Chicago viene brutalmente ucciso con 79 coltellate e l’unico indiziato è il
giovane chierichetto Aaron, timido, maldestro e balbuziente. Tutti gli indizi
sono contro il ragazzo e la situazione peggiora quando, dalle indagini, emerge
anche un valido movente: l’alto prelato era un pervertito che costringeva dei
giovani ragazzi, tra cui Aaron, a partecipare a dei video porno amatoriali. Il
più brillante penalista della città, Martin Vail, assume “pro bono” la difesa dell’imputato, per salvarlo dalla pena di morte
e dimostrare a tutti di essere il migliore nel suo campo. Finale a sorpresa.
Coinvolgente legal thriller
liberamente ispirato al romanzo giallo “Primal Fear” di William Diehl. Garantisce
un avvincente intrattenimento ed un patos costante, tramite un serrato meccanismo
d’indagine, pur aderendo pedissequamente a tutti i cliché del genere. La parte
più debole è la digressione, con ambizioni di critica sociale, che mostra gli
scandali e le nefandezze commesse da esponenti della chiesa cattolica. Ben più
interessanti, e dirette con mestiere, l’inchiesta investigativa e le sedute
psicologiche a cui viene sottoposto l’imputato. Il cast è sontuoso: Richard
Gere, Laura Linney, Frances McDormand e soprattutto l’esordiente Edward Norton
(nel ruolo di Aaron) che rivelò subito il suo talento con un’interpretazione
sopraffina, che gli valse la nomination all’Oscar e che rappresenta il motivo
di maggior interesse del film. Consigliato agli amanti degli psico-thriller con
colpo di scena incorporato.
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